Il Cavallo KWPN

L’Olandese a Sangue Caldo è una razza equina moderna di origini olandesi utilizzata per sport da competizione quali dressage e salto, iscritto all’associazione KWPN (“Koenigin Warmbloed Paard of Netherland”, ossia reale sangue caldo olandese).

Caratteristiche principali

  • Origini: La razza è di costituzione relativamente recente, sviluppata a partire dagli anni ’60, incrociando fattrici locali (Gelderlander e Groningen, razze da lavoro e da carrozza) con stalloni purosangue inglesi (Thoroughbred) e altre razze sportive europee (come Hannover, Trakehner e Holstein). L’obiettivo era creare un cavallo atletico, versatile e adatto alle competizioni di alto livello.
  • Aspetto fisico: È un cavallo di corporatura robusta ma elegante e ben proporzionata, con un’altezza media che si attesta intorno ai 165-170 cm al garrese (può variare da 16 a 17 mani). I colori più comuni sono il baio, il sauro, il morello e il grigio, spesso con marcature bianche su viso e zampe.
  • Temperamento: Generalmente è descritto come un cavallo intelligente, affidabile, volenteroso e facile da gestire, con un temperamento calmo che lo rende adatto sia a cavalieri esperti che a principianti.
  • Longevità: L’aspettativa di vita media si aggira tra i 25 e i 30 anni. 

Utilizzo

Il KWPN è allevato specificamente per eccellere nelle competizioni equestri. È particolarmente noto e apprezzato nelle seguenti discipline: 

  • Salto ostacoli: È una delle razze dominanti a livello internazionale, grazie alle sue potenti posteriori e alla sua agilità.
  • Dressage: È molto richiesto anche per il dressage, grazie ai suoi movimenti fluidi ed espressivi.
  • Concorso completo e guida di carrozze

La selezione rigorosa e l’impiego di linee di sangue di alta qualità hanno reso l’Olandese a sangue caldo una delle razze di cavalli sportivi di maggior successo al mondo. 

La Storia del Salto Ostacoli

L’equitazione è una delle attività più antiche a cui si è dedicato l’essere umano. Il primo manuale a noi pervenuto, La cura e l’alimentazione del cavallo da carro, fu redatto da Kikkuli, maestro di cavalli di origine mitannica, nell’anno 1.350 a.C.. Invece, il più antico e più noto manuale in cui è trattato anche il modo di montare a cavallo è Sull’equitazione di Senofonte.

Nella storia greca e romana chi sapeva montare acquistava un “valore aggiunto” nelle società. Da allora in poi il titolo di cavaliere divenne espressione di nobiltà, ma anche, per contro, nei secoli successivi, i nobili furono costretti ad imparare l’arte di montare per partecipare alla vita politica e militare (vedi, ad esempio, generale L’Hotte, Caprilli).

L’approfondimento tecnico dell’arte di montare a cavallo fu sempre appannaggio della Cavalleria e per questo motivo chi ha scritto libri di tecnica equestre (Grisone, Fiaschi, Pignatelli, Mazzuchelli, Caprilli, ecc.) è spesso collegato all’ambiente militare. Non vi è altra attività umana su cui, nel corso dei secoli, siano stati scritti tanti testi di approfondimento. Ma il rapporto che si stabilì nei secoli tra umani e cavalli, si modificò gradualmente nell’ultimo periodo storico, da quando cioè il motore a scoppio trasformò il modo di viaggiare e di fare la guerra. Dal Novecento in poi, l’equitazione perse la propria importanza utilitaristica e si trasformò in attività prevalentemente ludico-sportiva. Nell’Italia della prima metà del Novecento, si segnalò l’opera del conte Paolo Orsi Mangelli, con la sua celeberrima scuderia.

Il salto a ostacoli nasce nella metà del 1700; nato durante le battute di caccia, dove vi erano molti ostacoli, quindi questa disciplina era considerata molto utile e si diffuse in parecchie scuderie. Il primo concorso si svolse a Parigi nel 1900, lo stesso anno in cui viene incluso nel programma olimpico. Fino metà anni ’40 però questi concorsi erano riservati solo ai militari, ma poi a partire dal primo campionato mondiale la Fédération équestre internationale non ne è diventata organizzatrice.

Il salto ostacoli è un termine che identifica una disciplina dell’equitazione, la quale vede impegnato il binomio umano-cavallo, nell’interpretazione e risoluzione di un percorso ad ostacoli. Nell’accezione comune, si parla di concorso ippico.

L’altezza degli ostacoli, la difficoltà del percorso e il numero di ostacoli da superare dipende dalla categoria alla quale si partecipa e dalla preparazione atletica di cavallo e cavaliere. L’altezza degli ostacoli varia dai 40 cm a 160 cm (e possono superare i 2 metri nelle gare di potenza) con categorie intermedie di 60, 70, 80, 90, 100, 105 (categoria riservata ai pony), 110, 115, 120, 125, 130, 135, 140, 145, 150, 160 (il gran premio è la categoria di salto di maggiore difficoltà tecnica, dotata del montepremi più alto della giornata e non è sempre e necessariamente la categoria più alta del concorso). Il numero di ostacoli varia da 8 a 13 (per i pony che fanno le 40 gli ostacoli sono solo 8) con eventuali combinazioni di più ostacoli dette gabbie.

La Storia dell’Equitazione

Il termine equitazione indica la monta del cavallo da parte dell’essere umano. Presenta diverse discipline agonistiche, alcune delle quali rientrano nel programma olimpico; può essere praticata sia singolarmente che in gare organizzate per squadre, in strutture coperte, in maneggi all’aperto, in ippodromi (è il caso dell’ippica) o in campagna a seconda della disciplina.

Storia

Nascita e sviluppo

La storia dell’equitazione inizia con l’addomesticamento dei cavalli, avvenuto circa 5.500 anni fa nel Kazakistan, inizialmente per cibo e latte. Divenne poi cruciale per il trasporto e il combattimento, con culture come gli Egizi che usarono carri da guerra nel 1600 a.C. Nel Medioevo e Rinascimento, l’equitazione si sviluppò in un’arte e disciplina sportiva, soprattutto con la nascita delle accademie equestri in Italia. 

Origini e primi sviluppi

  • Addomesticamento: Le prime prove indicano che i cavalli venivano addomesticati tra il 5500 e il 3500 a.C. nell’Asia centrale, inizialmente per la carne e il latte, come evidenziato dalla cultura Botai. 
  • Utilizzo pratico: L’uso del cavallo per il trasporto e il lavoro iniziò a diffondersi tra il 3000 e il 2000 a.C. 
  • Uso militare: Gli Egizi furono tra i primi a usare i cavalli per la guerra, trainando carri da guerra circa nel 1600 a.C. 

Equitazione come arte e sport

  • Antichità: Civiltà antiche come i Romani svilupparono l’equitazione anche per scopi cerimoniali e per le corse, come le corse di carri e i giochi nel Circo Massimo. 
  • Medioevo e Rinascimento: L’arte equestre si sviluppò ulteriormente, diventando un simbolo di status per l’aristocrazia. La nascita delle prime accademie equestri in Italia, come quella fondata da Giovan Battista Pignatelli a Napoli nel XVI secolo, segnò l’inizio dell’addestramento avanzato, con tecniche che gettarono le basi per le discipline moderne. 
  • XX secolo: Le scuole di equitazione si diffusero in tutta Europa, specialmente in Francia, con l’evoluzione delle tecniche e la nascita di stili come il dressage e il salto ad ostacoli, che risalgono alle cacce in Gran Bretagna del XIX secolo. 

Evoluzione del concetto di equitazione

  • Da coercizione a collaborazione: Nel corso dei secoli, l’approccio all’equitazione è cambiato, passando da metodi coercitivi a un approccio più relazionale e collaborativo basato sulla comunicazione e la comprensione del benessere animale. 
  • Equitazione moderna: Oggi, l’equitazione è riconosciuta non solo come uno sport con diverse discipline (salto ostacoli, dressage, ecc.), ma anche come un modo per stabilire una profonda connessione tra cavaliere e cavallo